Di Michele Perna
Il Coronavirus ha fatto la sua prima comparsa il 26 febbraio in Grecia, precisamente a Thessaloniki. La Grecia visto i duri anni di austerità, un servizio sanitario all’osso per i continui tagli alla sanità, si presentava come una vittima facile per la diffusione del Coronavirus e invece ne è divenuta un modello.
Su una popolazione di 11 milioni, al 18 aprile, la Grecia conta solo 2235 contagiati e 110 vittime. Comparando i dati con quelli dell’Italia risulta: In Italia vi sono 2910 per milione di abitanti mentre in Grecia si riscontrano 214 casi per milione di abitanti, un numero eccezionale che ha permesso allo stato ellenico di non avere una saturazione del sistema sanitario. Come riporta il “Guardian”, che ha dedicato, un articolo al modello ellenico, la Grecia aveva potenziato il sistema delle terapie intensive portandole da 560 a 910 ed aveva assunto preventivamente 4000 nuovi operatori sanitari. <
Un altro aspetto che ha agevolato la macchina statale è stata la gestione politica. Il premier Kyriakos Mitsotaki , il quale in segno di vicinanza al suo popolo si è tagliato lo stipendio, ha come merito maggiore l’approccio manageriale al virus:
– coordinamento scientifico prioritario a quello politico;
– avversità politiche con l’opposizione messe da parte;
– misure preventive utilizzate subito, lockdown iniziato il 4 marzo, mentre la prima vittima è stata registrata il 12 marzo.
La Grecia, i greci e l’apparato politico ellenico si sono dimostrati un avamposto d’eccellenza alla lotta al Coronavirus, rigettando dopo tanto tempo l’etichetta di pecora nera dell’Europa.
Ora non resta che risollevare un’economia debole, la quale comunque risentirà e non poco del Lockdown che salvo imprevisti terminerà in data 27 aprile.
Si attendono aggiornamenti ma una prima vittoria vi è stata.